Google Analytics: come arginare il not provided

Google Analytics: come arginare il not provided

Se anche tu ti trovi a dover accedere spesso a Google Analytics per analizzare siti tuoi o dei tuoi clienti, sicuramente sei incorso nel fastidioso “Not Provided”. Ma arginare il problema è possibile: vediamo come.

 

Cos’è il “not provided” di Google Analytics 

Il tema della privacy è diventato cruciale negli ultimi anni: dappertutto ci fanno firmare la dichiarazione per la privacy, il famoso modulo di “Autorizzazione al trattamento dei dati personali”. Senza quel modulo debitamente firmato, le aziende e coloro che esercitano una professione non possono utilizzare i nostri dati: banalmente, senza l’autorizzazione un’azienda non può nemmeno valutare il nostro curriculum vitae e contattarci.

I colossi dell’online hanno dovuto adeguarsi in tempi rapidi e, anzi, alcune volte sono stati addirittura precursori di questa febbre della privacy. Parliamo di Google: da qualche anno, all’incirca dal 2011, Google ha iniziato a tutelare in modo sempre più massiccio la privacy dei propri utenti. Una delle azioni intraprese dai vertici di Mountain View è stata quella di oscurare le chiavi di ricerca degli utenti se questi navigano da loggati con il loro account Google. E per navigare da loggati è sufficiente aver compiuto l’accesso a Gmail. Quanti oggi navigano senza aver Gmail aperto in una scheda di Chrome?

Il risultato? Circa il 95% delle chiavi di ricerca organica nel report “Acquisizione” → “Tutto il traffico” → “Canali” → “Organic Search” appare come “not provided”.

 

Ovviare al “not provided” di Google Analytics: è possibile?

Sì, è possibile.

Attenzione: il bello dell’online è che a ognuno può venire l’intuizione del secolo, seguita da un’altra intuizione del secolo da parte di un’altra persona sul medesimo argomento. E così via. Sono poche in internet e nella comunicazione le verità inconfutabili: per cui ciò che vi diciamo è costruito sulla base della nostra esperienza. Se hai altre idee e soluzioni, faccele sapere e ci farete contenti.

Torniamo a noi: conosciamo almeno due modi per non permettere che il “not provided” di Google Analytics ci infastidisca così tanto. Te li sveliamo.

 

Arginare il “not provided”: report “Pagine di Destinazione” in Google Analytics 

Un primo escamotage è quello di analizzare il report “Comportamento” → “Pagine di destinazione”. Da lì possiamo avere un’idea delle pagine su cui gli utenti approdano più frequentemente. Non ci viene fornito l’elenco delle keywords, ma come dato di analisi è estremamente utile per capire quali pagine sono meglio posizionate e apprezzate dagli utenti.

 

Arginare il “not provided”: report “Analisi delle Ricerche” in Google Search Console 

Apriamo il tool di Google per molti versi speculare ad Analytics: parliamo del famoso Google Search Console, ex Google Webmaster Tool.

In Google Search Console ci si può divertire a lungo con il report “Traffico di Ricerca” → “Analisi delle Ricerche”. La schermata di default mostra le query, cioè le parole chiave per il quale il sito è stato mostrato nei risultati di ricerca nel periodo indicato. Vengono mostrate tutte le parole chiave, sia quelle che hanno portato a un click verso il sito, sia quelle che non hanno generato click. Di ogni parola chiave viene fornito anche il numero di impressions, il CTR e la posizione media in Google.

Questi dati sono estremamente importanti e vanno a compensare il “not provided” in Google Analytics: Google Search Console non solo ci dice quante volte l’utente è arrivato al sito per mezzo di quella parola chiave, ma anche quante volte il sito è comparso nei risultati di ricerca per quella query senza che questa sia stata cliccata e abbia dunque effettivamente generato traffico.

Consideriamo questi dati ancora più preziosi di quelli mancanti in Analytics. Vedere in Search Console una keyword con 1.000 impressions ma 0 click ci deve far rivedere la strategia: forse il title non è accattivante? La description non stimola al click sul risultato?

Importantissima anche la colonna del posizionamento: sebbene le posizioni delle keywords siano molto oscillanti e variabili anche da giorno a giorno, Google Search Console ci fornisce indicazioni veramente preziose. Perché quella query è stata mostrata 1.000 volte ma è in quarta pagina? Significa che l’utente è talmente interessato all’argomento al punto da procedere nella consultazione delle pagine? Oppure: in Analytics questa è la pagina più vista. Come mai le query più ricercate e cliccate non sono in prima pagina?

Google Analytics ci mostra il “not provided”? Facciamoci più furbi e cogliamo le altre opportunità che ci vengono offerte!

 

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